Di Giovanni Raimondo
Nella seconda metà del VII secolo, vengono introdotte a Roma, le feste della Purificazione, Assunzione, Annunciazione e Natività, che nei secoli successivi costituiranno il cardine della pietà mariana nell’anno liturgico che con l’espandersi della liturgia romana, queste feste si diffonderanno in tutto l’Occidente. Dalla prima metà del VIII secolo, fu celebrata la festa della Concezione di Sant’Anna, madre della Vergine Maria, che secondo la tradizione antica della Chiesa, racconta che:
“Gioacchino angosciato e umiliato per essere stato deriso da un altro fedele, in cui lui si era recato per rendere un’offerta, con la speranza di avere un bambino, andò nel deserto, digiunando e pregando per 40 giorni, implorando Dio, di donare un figlio a lui ed a Anna. Dal cielo scese un angelo che informò Gioacchino, che il Signore aveva ascoltato la sua preghiera, invitandolo di tornare a casa perchè la moglie concepirà. Anna afflitta nel suo giardino, gi apparve l’angelo che gli disse che concepirà e che della sua stirpe se ne parlerà in tutto il mondo. Lei felice, di dare la notizia a Gioacchino, uscì e raggiunse la porta della città per aspettare sue marito che quando lo vide in lontananza, corse incontro e gli disse che il Signore li ha benedetti. Quando Maria, venne al mondo, i genitori la portarono al tempio, offrendola al Signore, la quale rimase finchè non fu promessa a Giuseppe”.
Il culto di Sant’Anna in Oriente già era consolidato, infatti l’imperatore Giustiniano, fece erigere la chiese in onore di S.Anna, a Costantinopoli, nel 550. Questa festa della Concezione di Sant’Anna, quando si diffuse in Occidente, venne chiamata: Festa dell’Immacolata Concezione. In Occidente, questa festa appare in Italia Meridionale, a Napoli nel IX, però i centri di irradiazione furono i monasteri benedettini inglesi, la Chiesa di Lione e l’Ordine dei Francescani. Nel XI secolo, nei monasteri benedettini dell’Inghilterra, viene commemorata la Concezione di Santa Maria, ma per contrasti avvenuti in seguito alla conquista Normanna, la festa scomparse temporaneamente, per poi riapparire nel XII secolo. La festa che si era diffusa in Normandia e in tutta la Francia nel XII, trovò grandi opposizione di teologi come San Bernardo e Tommaso d’Aquino che discutevano sullo stabilire se la Vergine Maria, fosse stata concepita senza peccato originale o se fosse stata redenta successivamente prima della nascita del Salvatore. San Bernardo scrisse una lettera al capitolo cattedrale di Lione, protestando per la l’adozione di questa festa, non ammessa dalla Chiesa di Roma, invece Tommaso D’Aquino, disse che Maria non avrebbe potuto essere riscattata se non fosse già stata senza peccato originale, quindi sposavano l’idea della redenzione anticipata. Nel XIV secolo il teologo Duns Scoto, risponde a Tommaso D’Aquino, dichiarando che Maria non nasce tramite la redenzione anticipata, ma attraverso la redenzione preventiva, quindi senza peccato originale. Nel 1437, il Concilio a Basilea, decreta formalmente che la festa fosse celebrata solennemente l’8 dicembre, in tutte le chiese secolari, i monasteri e i conventi della religione cristiana, difatti promulgò anche una Messa ed un Ufficio ma non portò alla risoluzione del dogma, e nel 1476, Papa Sisto IV, estese la festa a tutta la Chiesa Occidentale, arrivando nel 1483, ad applicare la pena della scomunica contro coloro che si opponevano alla dottrina dell’Immacolata Concezione. Nel 1661, papa Alessandro VII, sotto suggerimento di Pallavicino, emanò la bolla “Sollicitudo omnium ecclesiarum” dell’8 dicembre, in cui rinnova i decreti favorevoli di Sisto IV, Paolo V e Gregorio XV, ma proibì, nell’attesa di sentire la decisione della Santa Sede, di incolpare coloro che non la pensavano come il clero. Nel 1848, il Papa ospitato nel Regno di Napoli, precisamente a Gaeta, per ripararsi dalla Repubblica Romana di Mazzini, Saffi e Armellini, teso per le sorti della Chiesa di Roma, sentì le parole del cardinale Luigi Lambruschini: «Beatissimo Padre, Voi non potrete guarire il mondo che col proclamare il dogma dell’Immacolata Concezione. Solo questa definizione dogmatica potrà ristabilire il senso delle verità cristiane e ritrarre le intelligenze dalle vie del naturalismo in cui si smarriscono». Pio IX, inviò agli uffici dei vescovi cattolici una lettera, per ricevere i pareri sull’eventuale proclamazione del dogma, ricevendo la maggioranza dei pareri favorevoli. Nel 1849, si trasferisce alla Reggia di Portici e nel suo continuo viaggio di permanenza, benedice Napoli, fa il primo viaggio sul tremo sulla linea Napoli-Nocera, visitò la Reggia di Caserta , le officine di Pietrarsa e infine visitò le chiese e istituzioni religiose, toccando con mano quanto Napoli fosse la vera autorità del clero del Mezzogiorno. In più si accorse della grande devozione alla Vergine Maria, nel quale l’episcopato del Regno di Napoli avviò delle petizioni nel 1849. Nel 1850, il Papa ritornò nella liberata Roma, dirigendosi al Vaticano, per iniziare a lavorare alla bolla definitiva dell’Immacolata Concezione. L’8 dicembre del 1854, Pio IX, dichiarò ufficialmente la risoluzione del dogma riguardante l’Immacolata Concezione, scritta nella bolla “Ineffabilis Deus”, che recita così:
“‘Dichiariamo, affermiamo e definiamo la dottrina che sostiene che la beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale, e ciò deve pertanto essere oggetto di fede certo ed immutabile per tutti i fedeli”.
Durante la proclamazione del dogma in San Pietro, Ferdinando II ricevette l’annuncio telegrafico, durante la parata al Campo di Marte (attuale zona dell’aeroporto di Capodichino), facendo partire un “Te Deum” di ringraziamento, in cui il popolo accolse l’evento con gioia perchè finalmente rendeva ufficiale la festa della Protettrice del Regno delle Due Sicilie in tutto il mondo cattolico. Il 25 giugno 1855, Ferdinando II, stanco delle continue richieste, propose al papa, 10.000 scudi pontifici, per l’innalzamento in Piazza di Spagna, della colonna dedicata all’Immacolata Concezione, in cambio dell’abolizione della tassa chiamata “Chinea” il quale ogni anno, precisamente il 29 giugno, Napoli doveva pagarla. Il papa accettò e il 5 luglio fu registrata la cessazione del tributo. Nel 1856, ci fu l’attentato a Ferdinando II da parte di Angelino Milano e nel 1857, Roma ebbe il suo monumento mariano. Nel 1859, morì Ferdinando II, a seguito delle ferite trascurate, lasciando il trono a Francesco II, che per risparmiare alla Capitale Napoli, le sofferenze, dichiarò l’8 dicembre del 1860, la resa al Piemonte. La Francia pur sostenendo l’Unità d’Italia, difese Roma fino al 1870, anno della guerra franco prussiana in cui il Secondo Impero Francese cadde, perdendo nel 1871 anche l’Alsazia e la Lorena. A proposito c’è una canzone francese che l’esercito militare francese canta ed è “La Strasbourgoise (L’enfant de Strasbourg)”. Ben prima del 1870, la Francia aveva stipulato la Convenzione di settembre del 1864, in cui si impegnava a ritirare gradualmente le truppe dallo Stato Pontificio, in cambio di non invadere il territorio pontificio. Come garanzia degli impegni presi dai piemontesi, Napoleone III costrinse Vittorio Emanuele II a trasferire la capitale in un’altra città, che ricadde su Firenze. Nel 1870, i piemontesi approfittando della caduta del Secondo Impero Francese, e della de-francesizzazione di Roma, ruppero i patti invadendo Roma. Ovviamente Pio IX, si definì “prigioniero d’Italia”, scomunicando Vittorio Emanuele II, per ben 3 volte, salvo poi ritirarla nel 1878, perchè il governo e il monsignore Anzino avevano fatto pressione. Buona festa dell’Immacolata Concezione!
Enza Coletta
7 Dicembre 2017Bello ed interessante