Dunque iniziamo con la cronaca asciutta di quel 1888 così da inquadrare la vicenda e poterla poi analizzare singolarmente nei suoi vari aspetti. La notte del 31 Agosto 1888 venne trovato a Buck’s Row, una viuzza nel cuore di Whitechapel, il cadavere senza vita di Mary Ann “Polly” Nichols, una vagabonda alcolizzata quarantaduenne che si guadagnava il poco da vivere facendo la prostituta. Il corpo presentava un grosso livido sulla mascella, il che lasciava supporre che l’assassino l’avesse colpita o comunque tentato di soffocarla per renderla incosciente, mentre la gola era stata tagliata da sinistra a destra (il che creò l’opinione ancora oggi molto forte che il killer fosse mancino sebbene ciò sia impossibile da stabilire visto che non si conosce la sua posizione) con una violenza tale da quasi decapitare la Nichols (la lama aveva raggiunto le vertebre del collo). Non ho trovato conferme alla tesi sostenuta invece da alcuni autori che la vittima sarebbe stata già morta per soffocamento quando le venne tagliata la gola, ma comunque cambierebbe poco ai fini dell’analisi complessiva della vicenda. Alla Nichols mancavano poi due denti e l’anulare era gonfio segno che probabilmente un anello era stato violentemente portato via. Dopo la morte l’assassino aveva ripetutamente pugnalato la zona genitale e aveva praticato due incisioni a L sul ventre per poterla sbudellare. Non venne invece riscontrato alcun segno di violenza sessuale. L’omicidio di una prostituta a Whitechapel, per quanto efferato, non era certo l’evento del giorno e dunque il delitto di Buck’s Row si guadagnò qualche articolo di giornale, ma non venne certo considerato il caso dell’anno né dal pubblico né dalla polizia finché il giornale The Star non lo mise in relazione con altri due precedenti omicidi. Per comprendere questa iniziale sottovalutazione della vicenda bisogna fare un breve, ma fondamentale, affresco di Whitechapel. Questo quartiere situato nell’East End di Londra alla fine dell’ottocento era uno dei più poveri e degradati della città; per capirci immaginate una ambiente alla Oliver Twist e peggioratelo omettendo tutte le eventuali infiorettature artistiche di Dickens. Costituito principalmente da stretti vicoli poco illuminati e caseggiati fatiscenti, il quartiere era abitato dal sottoproletariato urbano (operai e gente di campagna giunta in città in cerca di lavoro) composto per lo più da immigrati irlandesi ed ebrei dell’est Europa (russi e polacchi); a dominare era la sporcizia, i bagni erano in comune e l’immondizia si accumulava per strada, le gang di strada e la prostituzione. In una situazione del genere si capisce allora perché la morte della Nichols non dovette destare in Scotland Yard più di tanta preoccupazione in quanto, nonostante l’articolo del The Star, c’erano centinaia di spiegazioni perfettamente in linea con l’ambiente in cui era avvenuto il delitto come il raid punitivo di una gang contro una prostituta che non aveva voluto pagare la protezione o un diverbio con un cliente (magari ubriaco) in merito alla prestazione. Le cose però cambiarono l’8 Settembre 1888 quando nel cortile posteriore di una casa in Hanbury Street venne trovato il corpo della seconda vittima, Annie Chapman, anch’essa una prostituta alcolizzata senza fissa dimora. Le somiglianze con il delitto di Buck’s Row erano troppe per credere a una mera coincidenza: anche la Chapman era stata colpita violentemente al volto pre mortem, le mancavano due denti, aveva l’anulare gonfio e di nuovo la gola era stata tagliata da sinistra a destra. Ancora una volta l’assassino aveva poi mutilato il cadavere post mortem: erano state praticate due lunghe incisioni una sulla fronte e un’altra sulla schiena; viscere e intestina erano state estratte e portate come un drappeggio sulla spalla destra mentre erano scomparse, presumibilmente portate via dall’assassino, l’utero, le ovaie e la parete vaginale. A questo punto Scotland Yard iniziò ad occuparsi seriamente della vicenda interrogando i possibili testimoni che, sebbene fossero tutti in grado di indicare almeno una persona sospetta non erano mai in grado di andare oltre a descrizioni generiche e inconclusive. La polizia comunque riteneva di avere già individuato il suo uomo e ciò sulla base di un grembiule di cuoio trovato sulla scena del crimine; per questo motivo venne arrestato John Pizer un ebreo che aveva una bottega per la lavorazione del cuoio. La pista però si rivelò un buco nell’acqua perché si scoprì quasi subito che il grembiule di cuoio apparteneva ad un inquilino del caseggiato dov’era avvenuto il crimine. Il 28 Settembre giunse alla Central News Agency di Londra la prima delle tre lettere ufficiosamente accreditate all’assassinio in cui lo stesso killer, con un inchiostro rosso, magnificava il suo “lavoro” facendosi beffe delle forze dell’ordine e firmandosi “Jack lo squartatore”. Sulle lettere del killer e sulla loro autenticità tornerò in seguito per cui limitiamoci a continuare con la sequenza degli eventi. Appena cinque giorni dopo questo inquietante messaggio l’autobattezzato Jack lo squartatore tornò a colpire: all’una di notte in un cortile presso Berner Street, Dutfield’s Yard, venne trovato il cadavere della quarantacinquenne Elisabeth “Liz” Stride. La donna presentava lividi su spalla e clavicola nonché, ancora una volta, la gola tagliata da sinistra a destra, ma stavolta non vi era stata alcuna mutilazione post-mortem e ciò fu attribuito al fatto che il killer sarebbe stato “disturbato” dall’ingresso di un carro nel cortile. Non avendo potuto dare sfogo alle sue pulsioni Jack tornò a colpire e tre quarti d’ora dopo in Mitre Square venne trovato il corpo senza vita della quarantatreenne Katherine Eddowes. Stavolta lo spettacolo era ancora peggiore rispetto ai delitti precedenti: il naso e le palpebre erano state asportate e lo stesso era stato tentato con un orecchio; due lunghe incisioni erano state fatte una in diagonale sull’addome (dallo sterno alla zona genitale) e una lineare sulla schiena attraverso le quali era stato asportato il rene sinistro, pugnalato il fegato ed estratte le intestina che poi erano state poste sopra la spalla sinistra del corpo. Anche il viso era stato mutilato in particolare asportando la carne delle guancia e tagliando il cuoio capelluto. Poco lontano da Mitre Square qualcuno, non si è mai accertato chi, lasciò su un muro un messaggio scritto a gesso “Gli ebrei non sono uomini che saranno incolpati per niente” sotto un brandello del grembiule della Eddows. La mattina dopo questa notte di sangue giunse la seconda delle lettere ufficiose dello squartatore ancora una volta alla Central News Agency, ma la lettera più famosa, quella intestata “from hell” (dall’inferno), giunse il 16 Ottobre a George Lusk capo del neo costituito Whitechapel Vigilance Committee. Insieme con la lettera giunse anche un frammento di rene che il mittente dichiarava appartenere alla Eddowes e che un patologo del London Hospital Museum dichiarò essere conforme a quello della quarta vittima (torneremo anche su questo). Passò quasi un mese prima che l’assassino tonasse a colpire con il suo più efferato delitto; il 9 Novembre in un appartamento di Miller’s Court venne trovato il corpo, o ciò che ne restava, della venticinquenne ex-prostituta Mary Kelly. Di nuovo il taglio alla gola era stato così profondo da quasi decapitare la povera donna; la fronte era stata spellata e naso ed orecchie fatti a fette. Il braccio sinistro era stato quasi amputato mentre le gambe erano state scorticate da coscia a caviglia; peggio ancora la Kelly era stata letteralmente sventrata: il fegato si trovava vicino ad una gamba, i reni ed il cuore erano su un comodino insieme ai seni, le intestina erano state appese come un macabro festone sulla cornice di uno specchio. Infine l’utero e il feto di tre mesi che la vittima portava in grembo erano stati portati via dall’assassino. Questo mattatoio fu l’ultima delle imprese ufficiali di Jack lo squartatore, infatti dopo il 9 Novembre la cronologia ufficiale non attribuisce nessun ulteriore vittima alla mano del killer di Whitechapel sebbene, già all’epoca, alcuni investigatori e patologi indicarono almeno altre due vittime estendendo quindi il periodo di attività di Jack fino al 1891. Bene questo è il quadro dei fatti di quel 1888, adesso andremo a vedere uno per uno gli aspetti più rilevanti della vicenda tentando di separare il grano dal loglio. Nota finale: se vi recate a Londra e qualcuno vi propone un tour dei luoghi di Jack lo squartatore pensateci su due volte perché, eccezion fatta per Mitre Square il cui aspetto comunque è molto cambiato rispetto al 1888, nessuna delle scene del crimine esiste più.
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