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Jack lo squartatore – Perchè il killer si fermò?

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E qui iniziamo ad entrare in settori di speculazione pura. Possiamo infatti solo fare delle ipotesi, per altro impossibili da suffragare in base a fatti, sul motivo per cui il killer di Whitechapel a un certo punto smise di uccidere. Intanto, come già detto, è impossibile dire con certezza che non vi siano state altre vittime dopo il 1888, non solo quelle presunte, magari semplicemente mai ricollegate dalla polizia allo squartatore e la cui vicenda si è poi persa nel corso degli anni finendo fuori dai radar degli esperti. Tendenzialmente, sempre prendendo per buono il profilo dell’FBI, un killer pervertito è mosso da una compulsione cioè un bisogno irrefrenabile di dare sfogo a un profondo desiderio (spesso legato alla triade sesso – potere -denaro); un assassinio seriale ha come una dipendenza dal delitto e dopo aver provato il “piacere” dell’uccidere continuerà a farlo perché convinto che solo in quel modo possa soddisfare il suo bisogno. Questo è il motivo per cui generalmente un serial killer non smette da sé d’uccidere; semplicemente o ne è incapace oppure non vuole in quanto trae piacere dalle sue azioni. Tenendo presente tutto ciò proviamo a vedere i più tipici motivi per cui un serial killer si ferma, ovviamente indipendenti dall’arresto, provando a vedere come si adattino alla figura dello squartatore:
morte sia per cause naturali che per cause violente: ovviamente se il killer muore non può più uccidere.

  • Deve però trattarsi di un assassino davvero molto fortunato per riuscire ad arrivare sul letto di morte senza che nessuno l’abbia mai ricollegato ai delitti commessi. Dato il modo improvviso con cui si interruppe la progressione criminale dello squartatore, dando per buono che l’ultima vittima sia stata Mary Kelly nel 1888 o Alice Mackenzie nel 1889, la morte potrebbe essere una possibilità, ma dovrebbe trattarsi di una morte violenta (anche un suicidio) perché mi sembra difficile pensare a una morte per cause naturali visto che il profilo parla di un maschio tra i 25 e i 30 e comunque la forza fisica usata per soggiogare le vittime mal si concilia con un soggetto anziano e sul punto di morire di lì a massimo un anno dal primo delitto.
  • una patologia invalidante: esempi tipici sono ictus, infarti o un incidente che lasci una grave invalidità. Se l’incidente può essere una possibilità realistica, ancora una volta la presunta giovane età secondo me mal si concilia con patologie tipo ictus o infarto. Potrebbe essersi trattato anche di una patologia progressiva, la teoria del malato di sifilide, ma di nuovo data la forza fisica dimostra il peggioramento dovrebbe essere stato improvviso e gravissimo per ridurlo in uno stato di impotenza tale da non poter improvvisamente più uccidere.
  • arresto per altro reato: questa è una eventualità non rara per i serial killer, essere arrestati per un reato che la polizia non è in grado di collegare ai delitti commessi (es. aggressione o stupro); l’assassino così smette momentaneamente di uccidere perché impossibilitato ad agire dal ritrovarsi carcerato. Ad esempio Gary Ridgway (il killer di Green River) fu arrestato due volte prima di essere imputato per l’omicidio di 49 donne nel 2001 e molti sono i casi di killer arrestati per caso che confessarono i loro crimini a degli sbigottiti ufficiali di polizia. Per quanto riguarda Jack lo squartatore, dato il suo modus operandi, non è irrealistico supporre che possa essere stato arrestato a seguito di un’aggressione finita bene per le vittima, ma un ipotesi del genere presta il fianco a due obiezioni: in primo luogo se l’arresto avvenne dopo l’omicidio di Mary Kally è possibile che Scotland Yard possa non aver minimamente sospettato un aggressore di prostitute di essere lo squartatore? In secondo luogo perché il killer non tornò a uccidere una volta rilasciato? La prima obiezione può essere superata se l’arresto avvenne per fatti non ricollegabili direttamente ai delitti di Whitechapel; mentre la seconda si potrebbe supporre ad esempio che il killer morì in carcere, dopotutto le prigioni vittoriane non erano dei luoghi particolarmente salutari, soprattutto per un individuo sicuramente “sui generis” come Jack lo squartatore.
  • cambiamento della zona d’azione. L’FBI ha spesso affermato che uno dei più grandi problemi della caccia ai serial killer è quello di suppore una loro stanzialità, questo fa in modo che omicidi in altre zone possano non essere direttamente ricollegati alla stessa mano. Ad esempio difficilmente si sarebbe visto un legame tra i delitti di Zodiac se lo stesso killer non li avesse riconosciuti come suoi e ancora il nome di killer di Green River fece in modo che alcuni delitti commessi da Ridgway lontano dalla zona del Green River non fossero subito riconosciuti come suoi. Nel caso dello squartatore però l’ipotesi è debole sia per l’estemporaneità dell’eventuale cambiamento sia perché non si hanno notizie, se non il già citato caso di New York, di omicidi simili in altri parti di Londra o dell’Inghilterra.
  • interruzione volontaria. Vero ho detto che i killer di solito non smettono da soli, ma questo solo finché non emerge un motivo così forte da vincere anche la compulsione. Uno dei casi più celebri è Dennis Rader il killer BTK o strangolatore di Wichita che uccise dieci persone tra il 1974 e il 1991 prima di ritirarsi allorché la moglie scoprì la sua perversione sessuale segreta; pur se la donna non sospettò mai che dietro quella perversione vi fossero degli omicidi il terrore di perdere la sua famiglia “perfetta” spinse Rader a smettere di uccidere e forse non sarebbe mai stato arrestato se nel 2005 non avesse inviato una lettera alla polizia in risposta a una trasmissione televisiva che dava il killer BTK per morto. Nel caso dello squartatore questa possibilità è interamente legata alla natura della compulsione che lo spingeva ad uccidere e dunque alla natura del contro evento che lo avrebbe potuto spingere a smettere, ma ovviamente non conoscendo né l’uno né l’altro si tratta di un’ipotesi possibile come non. Certamente il modo improvviso con cui si interruppe la catena di delitti può essere compatibile con un evento che abbia avuto una forza tale sul killer da imbrigliarne la compulsione.

Come vedete si tratta di tutte ipotesi su cui si può stare a discutere per ore, ma che alla fine sono e restano indimostrabili allo stato dei fatti. Ovviamente chiunque abbia il suo sospetto è altresì convinto di avere la risposta certa alla domanda del perché si fermò, ma avendo io già detto che secondo me a oggi è impossibile indicare l’identità del killer capite cosa penso di queste “certezze”. Se però dovessi, un po’ d’istinto e un po’ a logica, indicare una mia ipotesi personalmente propenderei o per la terza o la quinta eventualità cioè o un arresto o un evento che bloccò la compulsione; ciò in ragione del modo improvviso con cui si interruppero i delitti, se si interruppero, e al profilo dell’FBI che secondo me si adatta meglio a una di queste due possibilità.

2 Responses
  • Giuseppe
    22 Novembre 2017

    la descrizione dei fatti accaduti è esaurientemente. Per quanto riguarda l’ultima vittima nessun autore riporta che la Kelly fosse incinta di tre mesi, penso che sia una bufala creata da qualche fantasioso cronista. Anche se non scopriremo mai la sua identità, consultando il miglior sito sullo squartatore(www.casebook.org), possiamo tentare di tracciare un profilo dei vari sospettati. Mi piacerebbe conoscere il vostro punto di vista a riguardo.
    cordiali saluti.
    Giuseppe

    • Eduardo D'Amore
      22 Novembre 2017

      Come ho scritto esistono dei sospettati validi come Aaron Kosminski e se andassimo in termini di mera percentuale alcuni di loro supererebbero il 50%, ma onestamente nessuno di loro secondo me riesce a superare il fattore distanza temporale dagli eventi. I delitti si svolsero in una delle più grandi città del mondo e in una zona molto popolata per cui di 100 sospettati giunti a noi ci furono probabilmente altri 100 soggetti che, per una ragione o per un altra, sono rimasti anonimi anche se magari erano indiziabili quanto e di più dei nomi più comunemente citati. L’ho detto e lo ripeto: a meno di un’incredibile botta di fortuna, non esiste un modo per poter dire che Jack fosse Tizio in misura sufficientemente maggiore di Caio o Sempronio

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